Narciso e la bellezza impossibile al tempo del coronavirus

La primavera è arrivata. Il sole caldo, i mandorli in fiore. Siamo italiani, abituati alla bellezza come i tedeschi alla birra e gli spagnoli ai tacos. Stasera sul mare di fronte l’ isola di Ischia c’era un tramonto violento e bellissimo, di una tragica bellezza, ma non ne potevi godere. Pontili, spiagge, parchi pubblici chiusi, muretti, bar, un deserto irreale, un silenzio spettrale a fare da cornice a tanta bellezza.

La maledizione di Narciso e della bellezza impossibile al tempo del coronavirus

L’Italia narciso si è svegliata nel peggiore degli incubi, la libertà sventolata come uno straccio in tutti i luoghi, dalla politica ai rave party, come lasciapassare per non rispettare leggi e regole, quell’Italia ( e presto l’ intera Europa ) si sono svegliate cosi.

Muratevi in casa. Uscite solo per le necessità e con una mascherina che copre il volto. i guanti che coprono le mani. Gli abbracci, i baci, le mani, segni del tempo della libertà e della spensieratezza in cui molti di noi sono vissuti, sono rispediti al mittente.

Guardare e non toccare. Narciso si specchia nel suo lago e ora, dopo aver violato limiti, raccomandazioni, ordinanze, non si può toccare.

Il tempo dell’attesa si dice da più parti. Ma l’attesa è per chi ha tutta la vita davanti, ma quanta ce ne resta? in questa paura un po’ moriamo dentro, quando usciamo e ci guardiamo circospetti, quando ad ogni passo ci voltiamo indietro per vedere se c’è la polizia. Eravamo liberi una settimana fa. Ma il coronavirus ci ha sottratto ciò ce sembrava scontato e normale. ci ha fatto riaprire libri di storia nella mente, quando si attendeva in lunghe file per la tessera annonaria, quando non si circolava per la paura della contraerei, quando, presto, arriverà la crisi economica e la tanto vituperata, aborrita povertà.

Guardare e non toccare- Eravamo liberi, ma oggi siamo costretti in una prigione di paure dal timore di ammalarci, ma ancor più dal timore che i nostri cari possano morire. Perchè questa società, fino a ieri consumistica e narciso, che brindava in aperitivi sulla spiaggia e affollava piste da sci mentre l’ Italia già stava bruciando ( tanto capita agli altri e non a me ), ha scoperto l’impotenza, una nemico terribile che non si può imbonire, comprare, eludere, stordire.

E ora facciamo i conti con noi stessi, con quello di buono che in questi anni abbiamo lasciato per strada.

Alla fine, nudi, impauriti, malati,ci resta solo la nostra umanità. Ricordiamocene, quando torneremo liberi a guardare il tramonto.

Matilde Iaccarino

Nasce a Pozzuoli (Na), è giornalista, saggista e scrittrice. Insegna letteratura al liceo. Appassionata di letteratura ed è impegnata da molti anni nella ricerca storica.

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